La Laccaria affinis è la specie più diffusa del suo genere in habitat mediterraneo,
cresce nei boschi di conifere e latifoglie, nei prati e nei sentieri, gregaria, cespitosa o anche fascicolata, in autunno.
Il cappello, 1-4 fino a 6 cm di diametro, è inizialmente emisferico-convesso, poi aperto, con il centro
depresso o umbonato, con il margine prima intero, poi ondulato e striato, con la cuticola liscia o
più o meno fioccosa, di colore carnicino, arancio chiaro, bruno-rosato, salmone, ma ocra-beige con in tempo secco.
Le lamelle sono adnate o smarginate, o ancora leggermente decorrenti, spesse, larghe e carnose,
spaziate e intervallate da lamellule, di colore da biancastro a rosa-lilla-salmone, generalmente più chiare del cappello.
Il gambo, alto 3-7 cm, è cilindrico, flessuoso, più o meno robusto, solitamente esile ma tenace,
con la superficie fioccosa e
striata in senso longitudinale, concolore al cappello o più scuro, e con resti di micelio alla base di colore bianco.
La carne è sottile ma tenace, solitamente con odore gradevole ma anche spermatico, di colore rosa pallido fino a biancastro.
Le spore sono globose, 7.5-10 x 7-10 micron, o al massimo leggermente allungate con Q minore di 1.2, con aculei alti 1-2
micron; i basidi sono
tetrasporici; il filo lamellare ha una conformazione variabile, da
totalmente fertile a più o meno ricoperto da cellule marginali allungate, simili a cheilocistidi, irregolari, generalmente
non molto sporgenti e con una larghezza massima di 7-8 micron. La Laccaria affinis è senza valore come tutte le Laccaria; appartiene al gruppo di Laccaria laccata s.l. e può essere determinata solo microscopicamente. Importante per la determinazione è il colore del micelio alla base del gambo (bianco o violetto) e il quoziente Q delle spore. Laccaria macrocystidiata, da alcuni autori considerata una semplice forma di L. affinis, si distingue per gli abbondanti e lunghi cheilocistidi e caulocistidi più larghi di 8 micron. Osservazioni sulle raccolte fotografate Tutte le raccolte sono state determinate dopo l'osservazione microscopica dei caratteri distintivi. |
Foto 4 [IMG5410] - Canon EOS 7D, ob. EF-S 60mm f/2.8 Macro USM Monti Peloritani, 350m [P8], 23.XI.2017 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Filo lamellare in rosso congo 400X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Filo lamellare in rosso congo 400X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Filo lamellare in rosso congo 400X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Filo lamellare in rosso congo 1000X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Filo lamellare in rosso congo 1000X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Spore in rosso congo 1000X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Spore in floxina 1000X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Basidio in rosso congo 1000X [Raccolta 5410 23.XI.17] - Canon EOS 7D, MOTIC BA310 Copyright © 2017 Salvatore Saitta |
Foto 3 [IMG5542] - Canon EOS 350D, ob. EF-S 60mm f/2.8 Macro USM Monti Peloritani, 350m [P7], 20.XII.2007 Copyright © 2007 Salvatore Saitta |
Foto 2 [IMG5379] - Canon EOS 350D, ob. EF-S 60mm f/2.8 Macro USM Monti Peloritani, 850m [P1], 06.XI.2007 Copyright © 2007 Salvatore Saitta |
Foto 1 [IMG5392] - Canon EOS 350D, ob. EF-S 60mm f/2.8 Macro USM Monti Peloritani, 450m [P2], 06.XI.2007 Copyright © 2007 Salvatore Saitta |