La Russula atramentosa è una specie poco comune che cresce tipicamente nei boschi di Quercus,
specialmente leccio, in habitat mediterraneo, in autunno. Il cappello, 4-10 cm, è inizialmente convesso-pulvinato,
poi disteso e infine anche depresso, con il margine sottile e regolare, con la superficie vellutata-feltrata, di colore
crema-biancastro ma presto macchiata di grigio fino a completamente nerastro, annerente alla corrusione. Le lamelle
sono da adnate a subdecorrenti, fitte, con lamellule, dapprima di colore biancastro-crema, poi cannella chiaro, annerenti
al tocco a partire dal filo. Il gambo, alto 3-6 cm, è cilindrico, più o meno tozzo, talvolta leggermente
ingrossato alla base, pruinoso, di colore biancastro, poi annerente. La carne è soda, poi rammollente, di
colore biancastro, immediatamente annerente alla sezione, con odore leggermente fruttato e sapore mite, rinfrescante, con
retrogusto amarognolo. La sporata è bianca, le spore misurano 7-9 x 5-7 micron, sono verrucose e reticolate;
dermatocistidi assenti, pleurocistidi annerenti in SBA. La Russula atramentosa va considerata non commestibile. Russula albonigra si distingue per la maggiore robustezza (la taglia è all'incirca doppia), le lamelle più spaziate, il sapore nettamente mentolato e la diversa microscopia (spore con un reticolo appena visibile e altre differenze nella pileipellis); Russula anthracina ha un sapore acre e spore più larghe; Russula acrifolia possiede un sapore nettamente acre. Osservazioni sulle raccolte fotografate La raccolta 1 (foto 1) è stata determinata da Matteo Carbone, che ha analizzato l'exsiccata. |
Foto 1 - Canon EOS 350D, ob. EF 17-40mm L USM - 12/10/2006 - Copyright © 2006 Salvatore Saitta |